Emiliano De Bianchi, Sport and Fitness Manager
Emiliano De Bianchi, Contatti
Notizia 06/05/2020

QUARANTRAINING





“Don’t panic”.

E’ innegabile dire che stiamo vivendo un momento “storico”. Racconteremo un giorno di aver vissuto una esperienza davvero unica e tutti, ad eccezione di nessuno, subiremo i cambiamenti sociali, economici, relazionali che a questa condizione seguiranno.
Non sarò certo io (lungi da me) con queste poche righe a voler tracciare una ipotetica rotta da seguire né tanto meno a voler raccontare quello che ci sarà dopo.
Quelle che vorrei condividere invece sono alcune riflessioni sul nostro settore che in questi giorni rimbalzano sempre più spesso nella mia testa.

Combattuto come tutti tra il consolidato passato e l’incerto futuro, tra il ciò che c’era e quello che diventerà, provando come tutti ad immaginare nuovi scenari nei quali dovremo muoverci e nuovi ruoli da interpretare, un pochino come fossimo tutti attori di una compagnia teatrale senza più un copione o un palco da calcare.

Qualche tempo fa un amico mi consigliò di leggere un libro con un titolo davvero bizzarro “Guida galattica per gli autostoppisti” (se non lo avete letto fatelo). Davvero figo. Una visione surreale di una realtà incredibilmente varia, dove tutto e il contrario di tutto convivono nello stesso momento. Un luogo immaginario (forse), la galassia con chi la abita, dove le regole del gioco, della convivenza cambiano continuamente e dove l’unica cosa che prova a raccoglierle e metterle per iscritto è questa “guida intergalattica”.

Perché mi è tornato in mente proprio quel libro tra tanti? Perché mi sento (e ci vedo un po’ tutti noi) come Arthur Dent e Ford Prefect, i personaggi della storia, sballottati da un mondo all’altro, da una forma di vita all’altra con annessi e connessi. Solo l’aiuto della “guida” e grazie alla loro capacità di adattarsi, di plasmarsi rispetto ai cambiamenti, gli daranno la possibilità di sopravvivere e, qualche volta, di trarre vantaggio da quei cambiamenti. Senza domandarsi cosa sarebbe stato ma completamente immersi nel “qui ed ora”.
Su quella guida c’è scritto “Don’t panic”.

Oggi tutti vorremmo avere a disposizione una “guida” come quella. Ma quella era stata scritta e messa insieme da milioni di “autostoppisti galattici” nel corso di migliaia di anni e che avevano vissuto una serie interminabile, millenaria di esperienze.
Questa per noi è una nuova esperienza e nessuno ne ha vissuta una simile tanto da poterci indicare la strada giusta.

Alcuni tra gli analisti economici del nostro settore denunciano una grande percentuale di centri chiusi e operatori in difficoltà se il blocco dovrà perdurare per altri due mesi (si parla addirittura del 80% dopo quattro mesi). Non vorrei sembrare pessimista, credo sinceramente che usciremo da tutto questo con spirito diverso, provato ma obbligatoriamente più determinato.

Sento spesso parlare in modo quasi messianico di questo “virus” come se fosse una benedizione. A me risulta che la gente muore e che nazioni intere ed aziende vanno in crisi. Diffido per natura di chi è ottimista sempre, di chi ha la soluzione sempre in tasca, di chi si riempie la bocca di frasi fatte. Sono cresciuto come sportivo sui tatami da combattimento e combattendo ho capito che per sconfiggere il tuo avversario devi prima imparare a conoscerlo e solo dopo potrai confidare nella vittoria. Non conosciamo il futuro ed in virtù di questo non è corretto parlare di organizzazione certa (sarà così!) ma di “predisposizione” a nuove strategie di ampie vedute e soprattutto etiche (…dovremmo acquisire queste competenze per far sì che…).

Preparazione! Come per l’allenamento. Apertura mentale e strutturale verso nuove prospettive e nuovi scenari ancora ad oggi incerti e misconosciuti. In questo credo! Ritengo che oggi il nostro settore debba crescere e maturare attraverso una riflessione che prima di tutto debba essere interna. Farsi trovare pronti ad un nuovo appuntamento con una mentalità nuova.

Penso alla realizzazione di un unico albo (a quanto so imminente) che ci rappresenti come settore.

Penso a quanto ci sia stato comodo lo status di “collaboratore sportivo” (per pagare meno tasse diciamocelo chiaro) invece di combattere a testa bassa per essere riconosciuti come “professionisti”! Si perché i professionisti, amici cari, hanno la partita iva. Ed oggi ci piagnucoliamo per “soli” seicento euro.

Penso a quanto abbia fatto comodo a molti vivere in un ambiente dove la “professionalizzazione” è una bella parola ma non una realtà.

Penso a quante “associazioni” vere fatichino ad affermarsi contro colossi (tra i quali tante ASD o similari) con milioni di euro di budget ma facenti parte dello stesso segmento fiscale.

Dico a quei gestori che per abbattere i costi tirano sempre l’euro in meno al trainer e dico a quei trainer che pur di lavorare ne concedo due in meno.

Insomma all’incapacità generale di affermarci come settore!
Ha fatto comodo a tutti quello spicchietto d’ombra!

Oggi dobbiamo prepararci! Tirare su la testa e dimostrare che siamo veri professionisti e chi non vuole, fuori da casa nostra. Studiare ed essere pronti a quello che sarà perché non sarà facile ma sarà una sfida entusiasmante ed io voglio esserci. DON’T PANIC!

Scusate lo sfogo,
Emiliano



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